Ben ritrovati!
Oggi introduciamo i componenti del sistema di trasmissione, ovvero
del sistema che ha il compito di trasmettere la potenza generata dal motore
alle ruote.
Il
primo componente che trattiamo è la frizione, organo che consente di unire in modo graduale due
alberi che ruotano a velocità diverse che, nelle nostre autovetture, sono quello
motore e quello del cambio.
La
frizione serve a scollegare il motore dalla trasmissione per rendere possibili
le partenze da fermo ed i cambi di velocità applicando la trazione in
modo progressivo e non istantaneo.
Il
motivo per cui si utilizza la frizione è da ritrovare nel fatto che i motori a
combustione interna non possono scendere sotto un regime minimo di rotazione (dai
500 ai 900 giri al minuto quelli per uso automobilistico) e quindi gli organi che trasmettono potenza alle ruote devono essere collegati gradualmente alla messa in marcia del veicolo.
Quello
del trasferimento del moto in maniera progressiva dal motore alle ruote
è stato sin dalle prime autovetture un aspetto importante ed in
notevole evoluzione. Le automobili di fine 800 montavano un sistema di
cinghia e puleggia con il duplice risultato di ottenere un movimento
graduale del veicolo e, con l'utilizzo di pulegge di diverso diametro su cui
spostare la cinghia, di avere anche un primo cambio.
I
primi anni del 900 hanno visto la nascita delle frizioni "vere e
proprie": le frizioni a cono. Queste presentavano due superfici
tronco-coniche rivestite una di metallo, quella collegata al motore e l'altra
di cuoio che venivano spinte l'una contro l'altra tramite un sistema a molle
azionato dal guidatore. Il maggiore limite di questa frizione risiedeva nella
facile usura del cuoio che necessitava di continue sostituzioni.
Prima
di quelle moderne si è passati attraverso le frizioni a tamburo in cui il materiale
di attrito era posto su delle ganasce; la loro scarsa fortuna fu legata alla
repentina evoluzione delle potenze e delle dimensioni dei motori che richiedevano
tamburi sempre più grandi.
In
seguito furono sviluppate le frizioni in acciaio che hanno spianato la strada a
quelle che troviamo nelle moderne autovetture.
Le
frizioni maggiormente usate al giorno d'oggi sono quelle monodisco a secco
costituite da due elementi, uno conduttore ed un condotto. Il primo è il vero e
proprio coperchio della frizione e prende il nome di volano, mentre il secondo
è un disco rivestito di materiale d'attrito. Uno spingidisco è situato prima del disco. Uno schema semplicistico di frizione monodisco è presente nella immagine sottostante:
Frizione monodisco |
Quando
la frizione è chiusa (pedale NON premuto) il moto è trasmesso al disco
attraverso il volano e allo spingidisco quindi al cambio; quando viene premuto
il pedale, attraverso un comando meccanico o un circuito di tipo idraulico si
aziona una leva che agisce su un altro elemento, detto cuscinetto reggispinta,
che preme sullo spingidisco aprendo la frizione e liberando il disco che di
conseguenza non trasmette più il moto al cambio. Il comando idraulico è
costituito da un serbatoio per il liquido, da una pompa a stantuffo collegata
al pedale dell'accelerazione e da vari tubazioni. Questa consente di ridurre lo
sforzo sul pedale da parte del guidatore isolando anche l'abitacolo dalle
vibrazioni del motore.
Per
garantire un buon accoppiamento tra motore e cambio, dunque, l’innesto della
frizione deve essere graduale; nel caso in cui durante una partenza da fermo il
pedale della frizione venisse rilasciato improvvisamente il motore si
spegnerebbe perché non avrebbe la potenza necessaria per trasferire il moto al cambio; questo non avviene se
lasciando il pedale della frizione si preme anche il pedale dell’acceleratore
che fornisce la giusta potenza al motore.
E’
molto importante, inoltre, premere a fondo il pedale della frizione prima di
procedere con le operazioni di cambio rapporto o di partenza da fermo così come
importante è non tenere il piede sinistro poggiato sul pedale quando il veicolo
è in marcia (pessima abitudine alla guida). Questo perché si troverebbero a contatto due parti meccaniche
che ruotano a velocità diverse, provocando un eccessivo surriscaldamento con
dispersione di calore che genera quel caratteristico odore di “frizione
bruciata”. Uno sbagliato utilizzo della frizione comporta una eccessiva usura e
una sostituzione immediata.
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