sabato 22 gennaio 2011

Organi di trasmissione: la frizione


Ben ritrovati! 
Oggi introduciamo i componenti del sistema di trasmissione, ovvero del sistema che ha il compito di trasmettere la potenza generata dal motore alle ruote
Il primo componente che trattiamo è la frizione, organo che consente di unire in modo graduale due alberi che ruotano a velocità diverse che, nelle nostre autovetture, sono quello motore e quello del cambio.
La frizione serve a scollegare il motore dalla trasmissione per rendere possibili le partenze da fermo ed i cambi di velocità applicando la trazione in modo progressivo e non istantaneo.
Il motivo per cui si utilizza la frizione è da ritrovare nel fatto che i motori a combustione interna non possono scendere sotto un regime minimo di rotazione (dai 500 ai 900 giri al minuto quelli per uso automobilistico) e quindi gli organi che trasmettono potenza alle ruote devono essere collegati gradualmente alla messa in marcia del veicolo.
Quello del trasferimento del moto in maniera progressiva dal motore alle ruote  è stato sin dalle prime autovetture un aspetto importante ed in notevole evoluzione. Le automobili di fine 800  montavano un sistema di cinghia e puleggia  con il duplice risultato di ottenere un movimento graduale del veicolo e, con l'utilizzo di pulegge di diverso diametro su cui spostare la cinghia, di avere anche un primo cambio.
I primi anni del 900 hanno visto la nascita delle frizioni "vere e proprie": le frizioni a cono. Queste presentavano due superfici tronco-coniche rivestite una di metallo, quella collegata al motore e l'altra di cuoio che venivano spinte l'una contro l'altra tramite un sistema a molle azionato dal guidatore. Il maggiore limite di questa frizione risiedeva nella facile usura del cuoio che necessitava di continue sostituzioni.
Prima di quelle moderne si è passati attraverso le frizioni a tamburo in cui il materiale di attrito era posto su delle ganasce; la loro scarsa fortuna fu legata alla repentina evoluzione delle potenze e delle dimensioni dei motori che richiedevano tamburi sempre più grandi.
In seguito furono sviluppate le frizioni in acciaio che hanno spianato la strada a quelle che troviamo nelle moderne autovetture.
Le frizioni maggiormente usate al giorno d'oggi sono quelle monodisco a secco costituite da due elementi, uno conduttore ed un condotto. Il primo è il vero e proprio coperchio della frizione e prende il nome di volano, mentre il secondo è un disco rivestito di materiale d'attrito. Uno spingidisco è situato prima del disco. Uno schema semplicistico di frizione monodisco è presente nella immagine sottostante:

Frizione monodisco

Quando la frizione è chiusa (pedale NON premuto) il moto è trasmesso al disco attraverso il volano e allo spingidisco quindi al cambio; quando viene premuto il pedale, attraverso un comando meccanico o un circuito di tipo idraulico si aziona una leva che agisce su un altro elemento, detto cuscinetto reggispinta, che preme sullo spingidisco aprendo la frizione e liberando il disco che di conseguenza non trasmette più il moto al cambio. Il comando idraulico è costituito da un serbatoio per il liquido, da una pompa a stantuffo collegata al pedale dell'accelerazione e da vari tubazioni. Questa consente di ridurre lo sforzo sul pedale da parte del guidatore isolando anche l'abitacolo dalle vibrazioni del motore.
Per garantire un buon accoppiamento tra motore e cambio, dunque, l’innesto della frizione deve essere graduale; nel caso in cui durante una partenza da fermo il pedale della frizione venisse rilasciato improvvisamente il motore si spegnerebbe perché non avrebbe la potenza necessaria per trasferire  il moto al cambio; questo non avviene se lasciando il pedale della frizione si preme anche il pedale dell’acceleratore che fornisce la giusta potenza al motore.
E’ molto importante, inoltre, premere a fondo il pedale della frizione prima di procedere con le operazioni di cambio rapporto o di partenza da fermo così come importante è non tenere il piede sinistro poggiato sul pedale quando il veicolo è in marcia (pessima abitudine alla guida). Questo perché si troverebbero a contatto  due parti meccaniche che ruotano a velocità diverse, provocando un eccessivo surriscaldamento con dispersione di calore che genera quel caratteristico odore di “frizione bruciata”. Uno sbagliato utilizzo della frizione comporta una eccessiva usura e una sostituzione immediata.






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