Ben ritrovati a tutti!
Oggi concludiamo la sezione relativa
agli organi di trasmissione con l’ultimo ed importante componente, ovvero il
differenziale.
Trattasi di un dispositivo meccanico
che riceve il moto da un albero, quello in uscita dal cambio, e lo ripartisce
su altri due. Il differenziale classico in particolare tramite i semiassi
trasmette il moto alle ruote. Prima di procedere occorre spendere due parole
sui semiassi o semialberi per poter comprendere bene le funzioni del
differenziale. L’asse fa riferimento alla trazione che come sappiamo in un’
automobile può essere anteriore, posteriore o integrale. Considerata un’auto a
trazione anteriore, l’asse diventa appunto quello anteriore ed il semiasse la
parte di esso che porta dal differenziale stesso alle ruote motrici. Di conseguenza un’auto a trazione
anteriore ha due semiassi, quella integrale ne ha quattro.
Sebbene esistano diverse tipologie di
differenziali, noi ci limiteremo ad analizzarne solo due categorie: il
differenziale open e quello locked (autobloccanti), con particolare riferimento alla
variante TorSen.
Cominciando con quello open, esso è
meccanicamente e concettualmente semplice
non che il più diffuso sulle auto non a trazione integrale. Esso è
costituito da un albero di entrata (conduttore) e da uno di uscita (condotto)
collegati tra di loro da un complesso di ingranaggi tale da distribuire la
coppia generata dal motore in modo equo ai due alberi condotti indipendente
dalla velocità di rotazione di questi ultimi.
Il suo utilizzo è fondamentale per permettere
alle ruote motrici di non slittare percorrendo una curva per esempio; durante una
traiettoria curvilinea, infatti, le ruote percorrono traiettorie diverse:
quella interna compie un tragitto minore di quella esterna. Vi è, di
conseguenza, una ruota che necessita di velocità maggiore rispetto all’altra e
viceversa; senza il differenziale le ruote riceverebbero dalla trasmissione la
stessa coppia ed avrebbero la stessa velocità con grave danno per durata degli
pneumatici e per la tenuta di strada.
Per come è stato concepito, il
differenziale open ha il grande pregio appena descritto, ma ha anche un grande
difetto che chiunque di noi abbia guidato una macchina a trazione anteriore
sulla neve ha potuto notare: quando una ruota finita in una cunetta su strada
innevata ha meno trazione dell’altra, inizia a slittare. Tutto ciò dovuto
proprio al fatto che il differenziale distribuisce sempre la stessa quantità di
coppia ad entrambe le ruote. Entrambe dunque ricevono la stessa coppia, ma in
questo caso a farla da padrona è l’aderenza che nel caso di ruota nella cunetta
è minore e non permette all’automobile di ripartire. Da non trascurare sono
anche i danni che le componenti meccaniche possono subire quando la ruota che
gira velocemente riacquista all’improvviso molta trazione con conseguente
brusca riduzione di velocità.
In figura è possibile vedere uno schema di un differenziale open:
Differenziale Open |
Per superare queste difficoltà, sono
stati creati i differenziali locked o autobloccanti. In caso di perdita di aderenza
di una delle due ruote, il differenziale bloccato la obbliga a ruotare alla
stessa velocità della ruota che ha aderenza e la coppia motrice applicata alla
due ruote viene scaricata a terra dalla ruota che ha maggiore aderenza. Si evince
facilmente i differenziali autobloccanti trovano maggiore applicazione nei
veicoli a trazione integrale che per loro natura hanno maggiore facilità a
percorrere fondi nevosi o in genere con poca aderenza.
Nella immagine sottostante compare un differenziale locked:
Differenziale locked |
Un differenziale che merita
attenzione è il TorSen, acronimo di Torque Sensing , diciamo sensibile alla
coppia.
La configurazione di ingranaggi è più
complessa di quella dei differenziali open e prevedeva nella sua prima
configurazione risalente a circa venti anni fa due o tre coppie di ingranaggi
trasversali rispetto agli assi condotti presenti nella scatola dal
differenziale. Questa soluzione, però di difficile e costosa realizzazione, è
spesso sostituita da configurazioni più semplici con numero di ingranaggi
orientati come gli assi condotti.
Il TorSen permette alle ruote di un
medesimo asse di variare la loro velocità relativa a patto che una aumenti
nella stessa misura in cui l’altra diminuisce (come quando si percorre una
curva con un auto dotato di differenziale open).
Se, invece, una delle due ruote tende
ad accelerare come quando sta per pattinare e l’altra non riduce la propria
velocità il sistema risulta bloccato e di conseguenza la coppia si si indirizza
verso la ruota che fa presa.
In condizione di scarsa aderenza un
TorSen ha un comportamento compreso tra il differenziale open e il locked, comportamento
valutabile attraverso un rapporto di bloccaggio; nella condizione di minimo
bloccaggio il rapporto di bloccaggio è dello 0%, mentre nella condizione di
massimo bloccaggio in ogni caso questo rapporto non raggiunge mai il 100%.
Si può dire dunque che un TorSen è una sorta di
compromesso che cerca di mantenere il meglio del differenziale open, permettendo agli assi condotti di ruotare a velocità diverse,
e un pò del buono di un differenziale locked, trasmettendo più
coppia motrice alla ruota con maggiore trazione, cosa utile sui terreni con
poca aderenza.
L’altra faccia della medaglia del TorSen è
rappresentata da due limiti, il primo dei quali è una distribuzione non
uniforme della coppia tra i due assi nelle curve, poiché nelle curve una ruota
gira più velocemente dell’altra; l’effetto è che il guidatore percepisce una
sensazione di auto-raddrizzamento delle ruote, modesta ma avvertibile.
L’altro difetto è che il TorSen non è completamente bloccante,
e quindi quando per esempio una ruota è completamente sollevata risulta, a
differenza di un locked, inefficace.
Nelle auto a trazione integrale si è soliti avere un
differenziale centrale tra i due assi di trazione e possiamo trovare il TorSen
impiegato in questo senso sulle automobili Audi nelle versioni Quattro e sulle
Alfa Romeo nelle versioni Q4. Di recente la casa del biscione ha utilizzato un TorSen sulle vetture a
trazione anteriore denominate Q2 con un miglioramento delle prestazioni delle
vetture in curva ed in condizione di precaria aderenza.
Di seguito compare un'immagine di un differenziale TorSen:
Differenziale TorSen |
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